Le abbondanti precipitazioni abbattutesi sull’area metropolita bolognese nel novembre dello scorso anno, come è risaputo hanno procurato un’importante piena che ha coinvolto tutti i corsi d’acqua del bacino del fiume Reno e in particolare il Torrente Idice.
L’ingente onda di piena – ricordiamo opportunamente – è transitata nel tratto di prima pianura dell’Idice allagando tutte le aree golenali, oltrepassando in più punti i franchi di sicurezza idraulica per poi lambire le sommità arginali. Nel Comune di Budrio, e precisamente fra le località Grande Idice ed Ercolana in Via Viazza Destra, l’onda di piena ha provocato una rottura arginale con un importante riversamento di acqua nelle campagne limitrofe.
A distanza di 13 mesi dal primo evento idrogeologico, che causò ingenti danni a cose e persone residenti in quel territorio, siamo a rendicontare sull’entità dei lavori realizzati sul territorio budriese. Sulla rotta dell’Idice – sottolineano i tecnici dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile (Servizio Area Reno e Po di Volano) – si è intervenuti con immediatezza e sin dal primo momento si è trattata di un’operazione complessa per la posizione critica in cui si trovava l’area lesa dal maltempo (fuori dalla viabilità e distante 3,5 chilometri dal ponte della Riccardina) e per le avverse condizioni climatiche. Infatti, la pioggia incessante non ha agevolato le operazioni di trasporto dei materiali necessari per realizzare le nuove piste di accesso all’area di rottura, dove in seguito si è chiusa la falla nel giro di 48 ore dalla rottura arginale.
Nei giorni immediatamente successivi la chiusura dell’enorme rottura, a cui sono seguite le operazioni di pulizia delle strade, delle case allagate e della bonifica dei campi, si è studiato e programmato un ampio intervento di ricostruzione di tutto il tratto franato, realizzato congiuntamente dalle società Frantoio Fondovalle di Montese e la Cib, Costruzioni Idrogeologiche Bolognesi di Bologna, per un importo complessivo di 1.750 mln di euro.
La falla è stata chiusa con la posa in opera di un rilevato provvisorio (terra e materiale roccioso) e successivamente si è costruita una palancolata in corrispondenza del rilevato provvisorio allo scopo di evitare un eventuale sormonto e un sifonamento nel caso in cui dovesse ripresentarsi un altro evento di piena.
Questa prima parte di intervento era propedeutica alla ricostruzione definitiva del corpo arginale, realizzato con scavi nelle aree golenali e con l’apporto del terreno necessario prelevato da un’area demaniale di Bentivoglio. Sistemato l’alveo e normalizzate sponde e golene, nella parte bassa della sponda si è costruita una scogliera con funzione antierosiva.
L’esecuzione di tutte queste opere si sono già concluse e per realizzarle sono stati impiegati mezzi meccanici specializzati per il movimento a terra e impiegati tecnici e manodopera specializzata. Oltretutto sono state utilizzate diverse squadre appartenenti al Gruppo di Volontari di Protezione civile. I Volontari, oltre ad essere presenti sin dalle prime ore per assistere la cittadinanza nei momenti più delicati post-esondazione, sono stati utilizzati anche nella fase di posa in opera della telonatura (150 metri lineari complessivi) del primo rilevato arginale ricostruito dopo la rotta e la realizzazione del soprassoglio mediante l’utilizzo di big bags (per uno sviluppo di 100 metri lineari), al fine di evitare l’erosione e il sormonto della struttura arginale durante la fase di ricostruzione.
Il territorio del comune di Budrio purtroppo è stato messo a dura prova anche in occasione delle abbondanti precipitazioni dello 2 marzo scorso. Anche in questo caso l’importante onda di piena (il teleidrometro di Sant’Antonio era prossimo al livello di criticità arancione) ha creato altri dissesti sempre lungo il Torrente Idice. Per l’esattezza i tecnici dell’Agenzia hanno eseguito celermente un sopralluogo durante il quale hanno riscontrato importanti erosioni nelle basse sponde con anse e meandri nelle aree golenali. La nuova piena aveva asportato gran parte delle golene in tutto il tratto del Torrente Idice che va dal ponte della Riccardina al ponte della linea ferroviaria Bologna-Portomaggiore.
Per eliminare il pericolo di un ulteriore franamento spondale, con conseguente ostruzione al flusso delle acque e rischio di collasso delle strutture arginali ridotte in froldo, sono state ricostruite le golene in tutti i tratti erosi e consolidate le basse sponde con adeguate difese in massi. Si è trattato di un intervento di recupero per evitare la riformazione di anse e meandri. Peraltro, l’occasione è servita anche a risistemare le pendenze delle golene per evitare il ristagno delle acque, foriere della instabilità stessa degli argini.
Questo secondo intervento si è concluso l’estate scorsa ed è stato realizzato sempre dalla Cib e dalla Frantoio Fondovalle, per un investimento di altri 800mila euro.
Nel suo complesso il valore di questi primi due interventi sul Torrente Idice è di 2mln e 550mila euro.
Nel frattempo, si sta lavorando sempre sul Torrente Idice e sempre sul territorio budriese per sistemare un’altra sponda erosa e ricostruire le scarpate con difese spondali a valle del ponte ferroviario Bologna-Portomaggiore. Questa volta l’intervento è in località Ercolana e prevede anche la costruzione di rampe, nel tratto compreso tra il ponte della ferrovia e il ponte di San Martino in Argine, opere essenziali che serviranno in futuro ad avere un accesso nella golena e nelle campagne dalla sommità arginale. Saranno inoltre riprofilate le golene nel tratto a valle del ponte della ferrovia Bologna-Portomaggiore.
Questo terzo intervento, in corso di realizzazione da parte della società Montana Valle del Lamone, ha un impegno di 130mila euro e si concluderà nell’aprile 2021, salvo eventuali proroghe o sospensioni per eventuali avverse condizioni climatiche.